Rettore del Collegio di san Lorenzo da Brindisi (giovedì 29 Marzo)
sabato 31 marzo 2007
Grazie, fra Mariano
Rettore del Collegio di san Lorenzo da Brindisi (giovedì 29 Marzo)
domenica 25 marzo 2007
Nuova cappella delle Figlie della Misericordia
sabato 24 marzo 2007
martedì 20 marzo 2007
Il Definitorio generale al lavoro
domenica 18 marzo 2007
Padre Flavio Roberto Carraro celebra i 50 anni di vita sacerdotale.
«È un momento di fraternità e di fede quello che stiamo vivendo insieme», così padre Flavio ha esordito nell’omelia durante la liturgia di preghiera alla quale era presente in rappresentanza dell’Ordine
Il grazie dell’Ordine a padre Flavio era cominciato già nel tardo pomeriggio quando in episcopio, in un clima di fraternità si sono celebrati, nella cappella privata del Vescovo, da “piccola fraternità”, ma con solennità, i Vespri e, si è concluso la mattina seguente, sabato 18 marzo, con una celebrazione eucaristica “di fraternità” durante la quale padre Flavio ha ringraziato il
Il Ministro generale fra Mauro ricorda i primi passi
sabato 17 marzo 2007
Gli esercizi spirituali a Frascati (4)
L’ultimo giorno degli esercizi è stato dedicato alla riflessione sulla “Vita di castità”. “Beati i puri di cuore!” non è semplicemente un riferimento a una vita sessuale o all’aspetto morale del comportamento umano, va al di là. Purezza di tutta la persona, di tutta la vita, di tutte le manifestazioni della persona umana: affetti, costumi, desideri, progetti, lavoro, aspirazioni, modo di vivere, di vestirsi, di comportarsi.
Nella tradizione ebraica la purezza rituale pervade tutta la cultura religiosa: 1. Le cose: casa, oggetti: 2. Gli animali: puri o impuri; 3. Persone: p.e. lebbrosi, cadaveri, al toccarsi si risultava immondo.
Gesù annulla questa tradizione e mette nel cuore la purezza o non purezza di un atto. Il cuore è la sede delle decisioni, poi anche degli affetti.
Le beatitudini rimango molto indeterminate, generiche, spetta a noi di ricercare i criteri per collocarci. Tre criteri fondamentali:
1. Il puro di cuore si distingue nella totalità di appartenenza a Cristo. “Io sono tutto tuo”, il “Totus tuus” di Giovanni Paolo II, l’espressione “Io sono di Cristo” di Benedetto XVI.
Il contrario del pure di cuore: una persona divisa, non autentica, in qualche modo doppia; dà qualcosa di sé e trattiene altro, rimane inquieta e insoddisfatta, divisa.
2. Il puro di cuore si distingue per una vita limpida, cristallina, trasparente. Si rivela nelle parole e nei gesti. Vive la semplicità di se stesso. Si presenta come è (non si rappresenta), come un libro aperto a tutti. C’è una profonda armonia tra ciò che pensa, ciò che dice e ciò che fa.
3. Il pure di cuore si distingue per un definitivo orientamento di vita nel Signore, si dedica totalmente a lui. Maria, la sorella di Marta, ha fatto la scelta e non intende cambiarla più: né stile di vita, né programma, né maestro.
Molti giovani di oggi non riescono a fare scelte: non si sposano, non si inseriscono in società. Vivono nel vuoto, nello smarrimento, perdono la propria identità e non sanno più chi sono.
Chi fa scelte, trova la sua propria identità, l’identificazione tra persona e progetto di vita.
La seconda riflessione del giorno e l’ultima degli esercizi è stato all’imperativo categorico “Tu amerai!”, che fa parte della professione di fede più antica del popolo di Israele (Dt 6.4-5), ripetuta due volte ogni giorni nella preghiera del pio Israelita.
Tre passi: 1. Invito all’ascolto: “Ascolta, Israele!” 2. Affermazione e postulato essenziale: “Dio è uno solo!” Tutti i profeti se scaglieranno contro i profeti stranieri. 3. Al Dio unico deve corrispondere un popolo unito.
Sulla base di queste premesse l’imposizione, il commando, l’ordine “Amerai!” Al cuore non si comanda, è da vero libero quest’uomo? Di è la fonte , la misura, ci ha amati per primo.
Perché questo ordine di amare?
1. L’uomo, amando, risponde a Dio e gli dà di ciò che ha di più prezioso. Amare è dimorare in Dio.
2. L’uomo si libera soltanto pienamente nell’amore, nel mettere il cuore in ogni cosa, sia sacra sia quotidiana.
3. L’amore costituisce una forza unitaria della unificazione della persona.
‘Tutto’ viene ripetuto tre volte per esprimere la radicalità dell’amore, dato senza misura, in pienezza.
‘Con tutto il cuore’: il cuore è la parte più intima, più sacra dell’uomo.
‘Con tutta l’anima’: tutto l’essere umano.
‘Con tutte le forze’: con tutto il vigore, di cui sono capace.
Si ama in crescendo, all’insegna del sempre più. I fidanzati l’esprimono così nei loro auguri: Oggi ti amo più di ieri ma meno di domani.
L’amore chiede sacrificio, impegno, è esigente, richiede il passaggio dal ricevere al dare.
giovedì 15 marzo 2007
Gli esercizi spirituali a Frascati (3)
La rivelazione massima di Dio nel NT e la Parola. “Et Verbum caro factum est”. Si ascolta la Parola di Dio, Gesù Cristo fatto uomo!
Il contrario al ascolto è il “non ascolto”, “non obbedienza”. E qui l’esempio classico e Giona (cap. 1). Giona deve andare a Ninive, ma non va, fugge lontano dal Signore. Fa tutto da solo, non si consulta, non chiede il parere di nessuno. Il testo originale - precisa il Predicatore - Giona scende (5 volte si usa il termine “scendere”) sempre più in basso. Si degrada, stando lontano dal Signore. Concludendo la meditazione fr. Ubaldo fa tre riflessioni interessanti:
1. Il valore della dipendenza. Il dipendere garantisce la nostra realizzazione; più si dipende, (da Dio ovviamente) più siamo liberi, più ci realizziamo. Non si tratta di una dipendenza da immaturi, ma da maturi da Dio. Questa dipendenza, sottolineava il Predicatore, è la carta d’identità di ogni persona religiosa. Dipendenza=obbedienza! E da qui scaturicse la gioa di vita.
2. Attraverso la consacrazione noi apparteniamo al Signore – con tutto e per tutta
3. Occorre vivere l’obbedienza in spirito di fede. Dio è il punto costante di riferimento; occorre fidarsi al Signore, non alla nostra logia che potrebbe tradirci. Concludendo la meditazione p. Ubaldo ha raccontato l’ esempio di san Leopoldo Mandić che per tutta la sua vita desiderava di andare alle missioni (al suo Oriente), ma i superiori gli affidavano un il compito a Padova. Leopoldo non è andato mai nella missione. Ha obbedito e si è santificato. Non ha cambiato la Provincia; se avesse cambiato la Provincia non si sarebbe santificato.
mercoledì 14 marzo 2007
Gli esercizi spirituali a Frascati (2)
Il tema centrale del terzo giorno di ritiro dei fratelli della Curia generalizia, condotto da fra Ubaldo Terrinoni, ofmcap., è stato:
P. Ubaldo ci ha presentato tre grandi esperienze veterotestamentarie per far capire e maturare il popolo di Dio che la povertà e un grande valore:
1. L’esperienza del deserto. Il deserto dice solitudine, incertezza.. e qui Dio si rivela agli uomini, al popolo di Israele come Dio provvidente e il popolo scopre la sua identità.
2. L’ingresso nella terra promessa, dove scorre latte e miele. Nella terra promessa il popolo si organizza ed ben strutturato: ha le leggi, tempio, sacerdozio, gode grande pace e ricchezza (cfr. Dt 8, 7-9). Ma ben presto vengono tentazioni, comincia fidarsi di più al proprio benessere che a Dio; comincia allearsi con i potenti stranieri e perde la patria, il tempio, il culto...
3. L’esperienza dell’esilio. Nella terra straniera non avendo più nulla comincia nuovamente fidarsi a Dio, come una volta ne deserto. Per ritrovarlo deve rigettare i segni di potenza politica. Così Dio pian piano crea una comunità dei poveri di Jahve (gli anawim) con le seguenti caratteristiche: di privazione, di umiliazione e di ardente ricerca di Dio. Israele scopre che le vie di Dio non sono quelle delle superpotenze. I profeti si fanno entusiasti di questa scoperta e rivelano un Dio che si fa vicino agli umili e poveri.
Concludendo la sua meditazione ha dato alcune risposte alla domanda chi è il povero?
Il povero è colui che ha accettato l’umiliazione e sta in atteggiamento di sottomissione, di abbandono e di silenzio. Il povero è colui che è spoglio di se stesso, dell’orgolio, degli idoli; effettivamente spoglio e affettivamente libero perché ha il cuore libero per trovare Dio in tutto. Il povero è colui che non è mai arrivato, ha bisogno di tutti, per continuare il suo cammino spirituale.
Nella meditazione pomeridiana p. Ubaldo ha parlato di tre elementi costitutivi della povertà. Questi tre elementi sono: a) Vivere in concreto stato di carenza, di insicurezza e di dipendenza; b) Essere aperti alla condivisione; c) necessità di una nuova e forte esperienza di Dio. Concludendo questa meditazione ha citato un saggio orientale sulla tomba del quale sta scritto: Quello che ho speso – lo ho perduto, quello che ho accumulato - lo ho dato, quello che donato ho ricevuto.
Gli esercizi spirituali a Frascati
I fratelli della nostra Curia generalizia, con il Ministro generale e suo Definitorio, si trovano a fare gli esercizi spirituali (dal lunedì al sabato della 3ª settimana di Quaresima) nel Centro formazione - Cappuccini a Frascati. Il predicatore degli esercizi è p. Ubaldo Terrinoni, un bravo biblista e membro della Provincia cappuccina di Roma. Partendo da un’angolatura biblica fr. Ubaldo ci parla con semplicità e nello stesso tempo con molta competenza. Nella prima meditazione introduttiva ha sviluppato la meditazione sui tre annunci della Passione secondo il Vangelo di Marco. Ha parlato in modo particolare sulla solitudine di Gesù quando le folle lo seguivano con sempre meno entusiasmo essendo animati dalle critiche degli scribi e farisei nei confronti di Gesù. I colti lo combattevano apertamente e i Dodici sono sconvolti e muti. Gesù non aveva appoggio da nessuno, nessuno lo incoraggiava. Per tutti noi arriva il momento di solitudine quando siamo soli, con la propria fede.
La vita di fraternità e stata la seconda meditazione. Basandosi su san Paolo (1Kor 3,8-9 e 16-17 il Predicatore ha menzionato tre immagini per far emergere Dio e la comunità:
- “Voi siete il campo di Dio” (v. 9)
- “L’edificio di Dio “ (v. 9)
- “Voi siete tempio di Dio” (v.16).
E’ meglio usare il termine costruzione al posto di edificio, ha precisato p. Ubaldo, perchè corrisponde di più al originale greco. Ogni comunità è un cantiere di Dio. Non esiste la comunità finita, ideale. E’ sempre in divenire. Richiede la fatica e impegno di ogni giorno e di ogni membro. Richiede la responsabilità di ogni membro della comunità. La comunità è anche tempio di Dio, non un edificio profano. Quindi, ogni comunità è sacra. Ogni pietra (persona) è sacra. Per cui occorre coltivare un santo rispetto per ogni membro, buono o meno buono. La comunità è – diceva fr. Ublado – il luogo di esperienza di Dio in comunione con i fratelli. Essa va costruita sotto il segno di croce. La delusione, la solitudine, le difficoltà, la tensione possono indicare che il cammino è giusto, che si segue la strada del Crocifisso.
Nella meditazione pomeridiana il Predicatore ha sviluppato il tema paolino: “Fare la verità nella carità (Ef 4, 15). Con la risposta al triplice pericolo che esisteva nella comunità di Efeso (discordia, difficoltà di sapere quali carismi sono autentici e la superficialità dottrinale) san Paolo ha dato la risposta alle nostre comunità. Le due virtù vanno sempre insieme, non una senz’altra, ma sempre insieme. La verità richiede l’affetto fraterno (la carità) perché essa apre all’incontro, alla comunione e alla ricerca della verità. Dire la verità senza la carità è arroganza. La carità senza la verità è ipocrisia, inganno.
Sono sempre presenti in te verità-carità nei tuoi incontri con i fratelli?
martedì 13 marzo 2007
Nuovo governo della Custodia di Bulgaria
lunedì 12 marzo 2007
Gli onomastici al Collegio Internazionale di San Lorenzo da Brindisi
domenica 11 marzo 2007
"Domenica della parabola del fico infruttuoso"
Ognuno, a suo modo, se non fa opere buone, dal momento che occupa dello spazio nella vita presente, è un albero che occupa inutilmente il terreno, perché, nel posto ove sta lui, impedisce che ci si metta a lavorare un altro. Ma c`è di peggio, Ed è che i potenti di questo mondo, se non producono nessun bene, non lo fanno fare neanche a coloro che dipendono da loro, perché il loro esempio agisce sui dipendenti come un`ombra stimolatrice di perversità. Al di sopra c`è un albero infruttuoso e sotto la terra rimane sterile. Al di sopra s`infittisce l`ombra dell`albero infruttuoso e i raggi del sole non riescono a raggiungere la terra, perché quando i dipendenti di un padrone perverso vedono i suoi cattivi esempi, anch`essi, rimanendo privi della luce della verità, restano infruttuosi; soffocati dall`ombra non ricevono il calore del sole e restano freddi, senza il calore di Dio. Ma il pensiero di questo qualsivoglia potente non è piú oggetto diretto delle cure di Dio. Dopo, infatti, ch`egli ha perduto se stesso, la domanda è soltanto perché debba far pressione anche sugli altri. Perciò il contadino si domanda: «Perché dovrebbe continuare ad occupare il terreno?». Occupa il terreno, chi crea difficoltà alle menti altrui, occupa il terreno, chi non produce buone opere nell`ufficio che tiene.
(Gregorio Magno, Hom., 31, 4)
venerdì 9 marzo 2007
LE BEATITUDINI EVANGELICHE
martedì 6 marzo 2007
L’ANNIVERSARIO DELLA MORTE
ZAGREB - La domenica, 4 marzo ricorreva il 14° anniversario della morte di fr. Hadrijan (Francesco) Borak, sacerdote cappuccino, membro della Provincia di Croazia. Era nato nel 1915. Entrato nell’Ordine nel 1934 e ordinato sacerdote nel 1940. Buona parte della sua vita ha trascorso a Roma, prima come studente, poi come professore e prefetto degli studi nel nostro Collegio di San Lorenzo da Brindisi. Tornato nella Provincia è stato eletto come Ministro provinciale. Per molti anni è stato segretario della Conferenza Slavo-ungarica oggi CECOC. P. Adriano era un uomo di preghiera, di lavoro e di osservanza stretta. Nella riforma postconciliare ha aiutato molti religiosi e religiose di Croazia e di Bosnia ed Erzegovina.
Nella chiesa di san Michele Arcangelo di Zagreb, nella messa delle ore otto, che per molti anni celebrava proprio lui, l’ abbiamo ricordato davanti al Signore.
domenica 4 marzo 2007
2ª Domenica di Quaresima
sabato 3 marzo 2007
IL LAVORO SULLE COSTITUZIONI E STATUTI GENERALI
Il lavoro sulle Costituzioni e Statuti generali del nostro Ordine è uno dei punti più importanti dell’animazione dell’Ordine in questo il sessennio. Negli incontri con i frati della Provincia Bohemo-Morava e quella Croata, nel mese di febbraio, ho informato i frati sulle decisioni del Capito generale e sui primi passi che ha intrapreso il del Definitorio generale. Come si sa il Capitolo generale (settembre 2006) ha deciso di proseguire il lavoro sulla nostra legislazione fondamentale e di articolarla in due testi: quello delle Costituzioni e quello degli Statuti generali. La dinamica del lavoro con le diverse sue fasi, la metodologia del lavoro e le scadenze sarà oggetto della prossima comunicazione da parte del Governo centrale. Si pensa che tutto il lavoro si concluderà con il Capitolo generale che si celebrerà probabilmente nel 2010.
Una prima impressione sul progetto è che i frati, in genere, condividono il lavoro fatto e approvato dal Capitolo generale. Però, devono essere informati e coinvolti su tutti gli aspetti del lavoro che sta davanti all’Ordine.
venerdì 2 marzo 2007
Fra Irudaya in visita ai Cappuccini
Fra Samy con alcuni fratelli della fraternità di san Michele Archangelo.
giovedì 1 marzo 2007
ISLANDA - FOTO RICODO DI UNA VISITA
I CAPPUCCINI SONO ANCHE IN ISLANDA
Nel novembre 2004 i due fratelli della Provincia Slovacca sono arrivati sull’Isola dell’Islanda che è collocata quasi al circolo polare artico. Il vescovo di Reykjavik mons. Gijsen ha affidato ai nostri frati la nuova parrocchia di San Thorlaco a Redafjörđur, che comprende tutta la costa est dell’Isola - quasi